SHARKS E ROSETANITA’

(Foto Stefano VaranI)
(Foto Stefano VaranI)

Serie A2, stagione 2015-2016. Alla fine del girone di andata Roseto è lassù, nei primi cinque posti, sfiorando l’accesso alla Coppa Italia. Ripensando ai problemi di quest’estate nessuno avrebbe mai immaginato una tale situazione. “Roseto tra le più deboli, insieme a Matera e Jesi” diceva qualcuno. Certo, vedendo le prime due gare, qualcuno, compresi noi giornalisti, aveva qualche dubbio sull’effettiva forza della squadra. Poi, dalla partita con Brescia, la svolta. Vittoria netta contro la squadra che ora occupa la prima posizione a quota 28, da affrontare di nuovo domenica 24 nella gara di ritorno in terra lombarda. Ciò che balza subito agli occhi è, ovviamente, Bryon Allen: classe 1992, è stato il miglior giocatore del mese di dicembre. Ha una potenza fisica impressionante e attira su di sé molti possessi, una media di 16-17 tiri a partita (escluso i liberi): è chiaro che se ne segna circa 11-12 la squadra vince. Detta così sembra che gli Sharks dipendano solo da Allen, ma c’è dell’altro. Allen riesce a fornire queste prestazioni perché inserito in un sistema di gioco a lui molto congeniale. Merito dei suoi compagni e del suo allenatore, Tony Trullo, rosetano doc. Anche i suoi assistenti sono fatti in casa. Emanuele Di Paolantonio e Domenico Faragalli, due teramani ormai rosetani d’adozione: due professionisti veri, preziosi per lo staff tecnico. Senza dimenticare il terzo allenatore Danilo Quaglia, giovanissimo (1994), anche lui rosetano, determinato. Anche il campo parla rosetano. Vedere Pierpaolo Marini e Innocenzo Ferraro tra i protagonisti è la cosa più bella di questi Sharks. Il primo, classe 1993, è il “veterano” di questa squadra: nelle scorse stagioni mancava la costanza, ora sembra essere acqua passata. Ha un ottimo tiro, e non ha paura di andare sotto canestro, dove trova giocatori che fisicamente sono il doppio di lui. In difesa è un mastino, spesso è costretto a marcare gente esperta o americani forti atleticamente, e lui ci riesce alla perfezione. E che dire di Innocenzo Ferraro, che ha iniziato a giocare a basket all’età di 16 anni. Classe 1982, tanta serie B1 per lui, prima di arrivare, lo scorso anno, nella sua città. È il leader emotivo degli Sharks, colui che trasmette la grinta a tutti i suoi compagni. Non disdegna sortite offensive, ma in difesa mostra tutte le sue armi. Quando lui è in campo la squadra gira meglio. Due rosetani, due giocatori fondamentali per le sorti della Mec-Energy. Senza dimenticare ovviamente tutti gli altri: la classe di Weaver, l’applicazione di Marulli e Moreno, la fisicità di Bryan e Borra sotto le plance. E tutti gli altri ragazzi che tengono alto il livello in allenamento. Perché le vittorie partono da lì.
Luca Venanzi

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