Per la prima volta a Montepagano i pittori Pasquale e Raffaello Celommi

IMG_2268I pittori Pasquale e Raffaello Celommi tornano a Montepagano con la mostra Nel campo di lino. Pasquale e Raffaello Celommi pittori tra luce e realtà”, un titolo che richiama l’omonima opera di Pasquale Celommi, per l’occasione esposta al pubblico dopo un accurato lavoro di restauro.

La mostra, che ospita le tele di Pasquale Celommi (Montepagano 1851- Roseto degli Abruzzi 1928) e del figlio Raffaello Celommi (Firenze 1881 – Roseto degli Abruzzi 1957), sarà inaugurata sabato 23 luglio alle ore 18.00 e proseguirà fino al 21 agosto con orario 18.00 – 22.00 (18.00 – 23.00 nei giorni della kermesse “Montepagano Borgo DiVino” la Mostra dei Vini d’Abruzzo che si svolgerà dal 29 al 31 luglio).

Sede dell’esposizione è l’antico Palazzo Mezzopreti (anche conosciuto come Palazzo Pangia), a pochi metri di distanza dalla casa natale di Pasquale Celommi. Una sede scelta non a caso visto che Camillo Mezzopreti contribuì all’affermazione del pittore, sostenendone economicamente gli studi e favorendone la committenza.

Le opere in esposizione sono 28, tra cui una selezione già in mostra a Villa Paris, anche questa di antica proprietà Mezzopreti fino al marzo scorso, ma non solo. Nel nuovo allestimento infatti saranno presentate al pubblico alcune tele inedite, prima fra tutte Tersicore, copia di un quadro di più vaste dimensioni distrutto o trafugato durante l’ultima guerra.

Per l’occasione l’opera di Raffaello Celommi “Alba sul mare” è sottoposta a un lavoro di “restyling” e sarà visibile insieme a alcuni dipinti di Raffaello, mai esposti. La mostra intende omaggiare il talento dei due artisti proponendo sia i lavori più conosciuti ed apprezzati, ma anche le opere inedite che potranno essere svelate al grande pubblico grazie alla fortunata concomitanza con la 45° edizione della Mostra dei vini d’Abruzzo che torna nel borgo di Montepagano a fine mese.

«Roseto s’inchina ancora una volta nel rendere omaggio agli artisti che hanno fatto della bellezza, e della forza del simbolismo contadino, un punto di orgoglio della nostra città» ha dichiarato il Sindaco Sabatino Di Girolamo ripercorrendo la biografia dei due artisti le cui opere vengono esposte per la prima volta insieme. «Celommi è stato ambasciatore di Roseto nel mondo. Padre e figlio erano amanti dell’arte» prosegue il Sindaco «in tutte le sue forme e sono vissuti senza mai risparmiarsi nell’impegno per la loro comunità di appartenenza». Raffaello Celommi nel 1924 fu l’ultimo sindaco di Montepagano che poi nel 1927 divenne frazione del Comune di Roseto. Il primo podestà di Roseto fu Pier Giuseppe Di Blasio, ceramista, ancora una personalità sensibile all’arte». «Pasquale e Raffaello Celommi sono un valore per la comunità di Roseto più che un valore aggiunto» commenta ancora l’Assessore alla Cultura Carmela Bruscia. «In un momento di grandi difficoltà per gli enti, specie per i capitoli di spesa che riguardano la Cultura, Roseto e la comunità di Montepagano possono ripartire dai tesori, dal talento custodito nelle pieghe del suo territorio per promuoversi attraverso i suoi figli e i suoi grandi artisti. È anche per questo che la mostra dedicata ai Celommi padre e figlio coincide con l’apertura dei fondaci dei cittadini di Montepagano in occasione della mostra dei vini “Montepagano Borgo DiVino”, con l’orgoglio di una identità temprata nella fierezza dei pescatori, dei contadini e nella loro bellezza evocata dalla luce che caratterizza le loro opere». La mostra conta su un’esposizione di 12 tele di Pasquale e 16 di Raffaello. «Si tratta di una scelta giudiziosa e ragionata» commenta il Sindaco Di Girolamo «sintetizzata in un’antologia che mette in evidenza anche 4 opere mai viste nelle precedenti esposizioni. Tra le novità c’è un quadro di grandi dimensioni, “Nel campo di lino”, che presentava distacchi di colore e che è stato restaurato grazie al generoso intervento di una cittadina benemerita rosetana». Il sindaco di Girolamo ha infine ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale sulla linea tracciata negli scorsi anni sull’acquisizione delle opere di Celommi: «A costo di trascurare il cemento armato, privilegeremo la cultura, e la cura nel restauro di ciò che abbiamo. In tal senso confermo la precisa volontà politica di trovare fondi per la cultura. C’è e ci sarà sempre». Di Girolamo ha infine espresso la volontà dell’amministrazione di far tornare la Villa Comunale il luogo della cultura per eccellenza di Roseto. «Non appena si concluderanno i lavori» ha detto il sindaco «è mia intenzione realizzare un copertura del teatro all’aperto per sfruttare maggiormente quello spazio della villa comunale che viene utilizzato per ospitare le iniziative e che vogliamo valorizzare»

 

La Mostra, ideata dal Direttorio (comitato d’indirizzo e coordinamento  di tutte le attività attinenti all’organizzazione della Mostra dei vini di Montepagano), è organizzata dal Comune di Roseto degli Abruzzi in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, l’associazione culturale RosaEventi e la cooperativa sociale Lo spazio delle idee. La mostra si avvale anche della collaborazione degli studenti dell’istituto Moretti. L’ingresso è libero.  Il catalogo sarà disponibile in sede.

 

NOTE BIOGRAFICHE: Pasquale Celommi nacque a Montepagano nel 1851 e morì a Roseto nel 1928. Suo figlio Raffaello nacque a Firenze nel 1881 e morì a Roseto nel 1957. Pasquale era appena un giovinetto quando, mentre accompagnava il padre a pescare, fu notato per la sua bravura da un facoltoso possidente di Roseto, Camillo Mezzopreti, che lo aiutò a studiare prima a Teramo e poi all’Accademia delle Belle Arti di Firenze dove visse per 8 anni fino al 1881. Non a caso la mostra si tiene proprio nel palazzo Mezzopreti. Pasquale a Firenze sposò la nipote del poeta Giuseppe Giusti e in quel momento cominciò a inserirsi nella vita artistica della città partecipando a esposizioni e vendendo le prime opere. Con la nascita del suo primo figlio decise di tornare a Roseto, nel suo paese natale, dove avrebbe potuto esprimersi in maniera più efficace in quella pittura realistica di fine ‘800 che in Abruzzo esprime artisti del calibro di Patini e Michetti. Le sue opere sono connotate dall’assenza di una visione drammatica della realtà: le mogli dei pescatori che aspettano col sorriso il loro arrivo, gli ambienti festosi e sereni, danno il segno di una fatica che viene comunque metabolizzata. Raffaello invece perfezionò i suoi studi all’accademia delle Belle Arti di Roma e lì la sua cultura si fece più profonda e completa. Sposò la figlia del direttore dell’accademia di Santa Cecilia, studiosa di letteratura francese.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.