CAMMINANDO NELLA VALLE DELLE ABBAZIE Da Propezzano a San Gabriele: 78 chilometri divisi in quattro giorni

DSCN4436Due valli in cui scorrono due fiumi, il Vomano e il Mavone, e intorno a loro colline verdi sulle quali sorgono i borghi, con le loro chiese e le abbazie. Sono vicine tra loro, undici in ottanta chilometri circa. Natura, cultura e religione, accompagnati da buon cibo e vino. Tutto questo è la “Valle delle Abbazie”. Nel 2014 si partì dal Santuario di San Gabriele per arrivare, dopo quattro giorni, a Propezzano. Quest’anno l’unione dei comuni “Colline del Medio Vomano”, in collaborazione con l’associazione Itaca, ha riproposto il “Cammino dell’Immacolata” dal 5 all’8 dicembre, approfittando anche del lungo ponte. A piedi attraverso antichi sentieri collinari, strade di campagna, vecchi borghi e abitati più recenti. Il punto di partenza, questa volta, è Propezzano, precisamente la sua abbazia. (Per le informazioni più dettagliate su Chiese e Abbazie visitare il sito www.valledelleabbazie.it )
IL REPORTAGE
Primo giorno: 5 dicembre 2015, da Propezzano a Canzano, 18 chilometri
Si parte dall’Abbazia di Santa Maria di Propezzano. Undici le persone al via. L’organizzazione è perfetta, c’è Luciano Di Giovannantonio che tiene in custodia i bagagli dei partecipanti, serviranno poi per la notte. In aperta campagna, l’Abbazia mostra tutta la sua suggestione di un’antica presenza benedettina. A sinistra del portico, che occupa la parte centrale della facciata, risale il portale della “Porta Santa”. Si prosegue verso Guardia Vomano attraverso antichi sentieri e strade di campagna. La seconda tappa è la bellissima Abbazia di San Clemente al Vomano. Si trova appena fuori il borgo di Guardia Vomano. Faceva parte di un complesso monastico benedettino costruito nell’ 874. Di stile romanico, all’interno si presenta maestoso il bellissimo ciborio. Lasciata San Clemente, il gruppo si dirige verso Castelbasso dove, ad attenderli, c’è Don Giulio nella chiesa dei Santi Pietro e Andrea, al centro del borgo. La chiesa presenta un organo a canne del 1760 e un portale dove sono scolpite alcune massime ispirate al buon senso, che sono, tra l’altro, un bell’esempio di volgare abruzzese medioevale. Una su tutte “Cortesia di bocca, tanto vale poco costa”. Finita la visita, c’è il pranzo nella casa parrocchiale, ospiti di Don Giulio. Il cammino, però, non finisce qui. C’è da raggiungere Canzano, ed è il tratto più impegnativo. Una salita ripida, dopo 18 chilometri, ti taglia le gambe. I camminatori la affrontano molto bene. La fatica è ampiamente ripagata dalla visita all’Abbazia di San Salvatore, il punto di arrivo della giornata. Vicino al centro abitato di Canzano l’Abbazia, dal suo semplice stile architettonico, rivela la sua origine romanica. All’interno nasconde un prezioso ciclo di affreschi databile al XIV secolo, che gli è valso l’appellativo di “Cappella degli Scrovegni d’Abruzzo”. Le macchine portano il gruppo a Villa Felice, gestito dall’Associazione “Antiche Tradizioni” di Canzano. Prima la cena, poi la notte su brandine e sacchi pelo. Un’altra dura giornata si prospetta.
Secondo giorno: 6 dicembre 2015, da Canzano a Cellino Attanasio, 21 chilometri
Il gruppo passa da 11 a 21 persone. Ci sono anche Armando e Sofia, pugliesi di Trani, e Teresa, una giovane ragazza di Novara. Si riparte dall’Abbazia di San Salvatore a Canzano. Oggi ci sono meno abbazie rispetto al giorno precedente, ma la camminata offre scorci meravigliosi in mezzo alla natura. Si scende verso Castelnuovo Vomano attraverso antichi percorsi collinari e l’impegnativo attraversamento di un piccolo torrente. Un piccolo tratto di strada statale, per poi dirigersi verso Montegualtieri. C’è da affrontare una dura salita, il gruppo è pronto. Ad attenderlo c’è Luciano e Albertino Angelozzi, con gli arrosticini, pane e olio, caggionetti, e un buon vino rosso, sotto la torre. La vista sulla Valle del Vomano è magnifica. Piano piano, dopo un lungo pranzo di circa un’ora, si sale sulla torre triangolare di Montegualtieri, unica. È nel territorio di Cermignano dove, ad attenderci, c’è il vicesindaco Silvia D’Arcangelo. Si tratta di una torre di avvistamento alta circa 18 metri e la sua particolarità è rappresentata dalla forma triangolare, oltre al fatto che la costruzione risale introno all’anno mille, “Sentinella del Medio Vomano”. La vista è bellissima, da una parte il borgo di Montegualtieri, dall’altra la valle del Vomano. E’ tempo di rimettersi in marcia. Da qui, con una ripida discesa, si taglia la collina. Ci sono ancora tanti chilometri da percorrere. Alcune strade di campagna ci conducono verso Cellino Attanasio. L’ultimo tratto è davvero impegnativo e, dopo 21 chilometri circa, una salita così pendente è dura da affrontare. Con calma tutti arrivano, stanchi e affamati. Al torrione di Cellino ci attende un aperitivo con bevande, pane e salsiccia e pizze rustiche. Armando e Sofia improvvisano un ballo sulle note di una melodia turca. Quanta energia! Doccia in palestra e cena al ristorante “La Terrazza”, con gli ottimi tagliolini e fagioli e, a seguire, una grigliata mista di carne, accompagnata da insalata e patatine fritte. È tempo di riposo nel Circolo Anziani di Cellino, sempre con brandine e sacchi a pelo. La Presidente Carla ci dà delle indicazioni, invitandoci a visitare la sua casa in campagna il giorno successivo.
Terzo giorno: 7 dicembre, da Cellino Attanasio alla Riserva naturale di Castel Cerreto, 17 chilometri
La sveglia è alle 7. Si parte dal Torrione di Cellino in 16. Prima le mura fortificate, poi una ricca colazione e la visita alla chiesa di Santa Maria La Nova. In pieno centro nel borgo di Cellino, la chiesa è di stile romanico, risalente al 1330. Notevole è il portale sovrastato da un rosone a ruota, opera di Matteo da Capro. La sagrestia ospita ilo monumento funebre di Giovan Battista Acquaviva. Dopo una breve sosta riprendiamo il nostro cammino. Alcuni chilometri e una stradina di campagna ci porta a Casa Cassiano, azienda agricola Bio degli olandesi Carla e Oliver. Una casa immersa nella natura, con i colori autunnali delle colline e, sullo sfondo, il Gran Sasso. Davanti a noi una tavolata con tanti prodotti bio: vino, succhi, infusi, marmellate, pane, olio, prosciutto e dolci. Una piacevole pausa. Qualcuno fa anche acquisti, colpito dai prodotti e dalla gentilezza di Carla e Oliver. Li ringraziamo e proseguiamo in direzione Scorrano, poco sopra Cellino. Da qui scendiamo verso Cermignano. Una breve sosta, perché il pranzo ci attende e non possiamo tardare. Una strada comoda ci porta verso Penna Sant’Andrea, ma io e Niels ci stacchiamo dal gruppo avventurandoci nel bosco, in mezzo a tanti rovi. Prima c’era il sentiero, e anche una strada. Ora al loro posto una grande frana, che siamo costretti ad attraversare. Risaliamo sulla strada e raggiungiamo gli altri a pranzo nel centro visite della Riserva, gestito dalla Cooperativa Floema. Pasta al sugo, mandarini e torta per festeggiare il compleanno di Sofia. Alle due si riparte. Un breve tratto di strada prima di immetterci nel “Sentiero del Bosco” che taglia la Riserva naturale di Castel Cerreto. Istituita nel 1991, si estende su una superficie collinare di 143 ettari fra i 300 e i 600 metri di altitudine nel comune di Penna Sant’Andrea. La caratteristica principale dell’area è rappresentata dal bosco. È un continuo Saliscendi, c’è un bel po’ di dislivello. Le nostre gambe ci supportano, la mente anche. Un cervo ci aspetta tra la nebbia. Si mette in posa e noi ne approfittiamo per scattare qualche foto. Dopo 17 chilometri arriviamo in foresteria, dove ci aspettano Leondina e Simona. Una bella doccia, la sistemazione sui letti a castello dotati di materasso e la cena con tagliatelle al ragù e pollo al forno, senza dimenticare i caggionetti, alcuni con marmellata, altri con la crema. Con noi a cena anche il Sindaco di Penna Sant’Andrea, Severino Serrani. Ci intratteniamo bevendo vino cerasuolo. È l’ultima sera insieme. Alcuni vanno a dormire, altri restano fino a tardi a chiacchierare facendo uno spuntino con pennette aglio e olio. È stata davvero una bella giornata.
Quarto giorno: 8 dicembre, dalla Riserva di Castel Cerreto a San Gabriele, 22 chilometri
È arrivato l’ultimo giorno. Dopo tanti chilometri la stanchezza si fa sentire ma non c’è tempo per pensare, il santuario di San Gabriele ci aspetta. Siamo in 15. Appena ci addentriamo nella riserva la nebbia ci offre uno spettacolo unico. Immaginiamo un grande lago e le colline come isole, da cui spuntano i vari borghi: davvero suggestivo. La prima tappa è Basciano, precisamente a Santa Maria, dove si trova la chiesa di Santa Maria a Porto Lungo. Sorge su un colle, detta anche di Porto Lungo o di “Fuori le mura”. Di notevole interesse artistico, il soffitto è rivestito di mattonelle maiolicate. Peccato per l’impalcatura, lì a causa del passato terremoto. Una breve visita, e scendiamo verso casa di Valeria dove, ad attenderci, c’è la famiglia, molto accogliente con brioche e succhi. Proseguiamo lungo una vecchia strada che ci conduce vicino un torrente. Le recenti piogge confondono per un attimo gli organizzatori, indecisi sul sentiero da imboccare. I dubbi sono subito fugati e riprendiamo la marcia. È necessario attraversare il torrente, superato abbastanza agevolmente. Inizia una lunga salita, molto dura, fangosa, che mette a dura prova tutto il gruppo. Sotto di noi la valle del Mavone e, sullo sfondo, il Gran Sasso. In cima è doverosa una pausa. Si prosegue sulla strada, ancora in leggera salita. Prima di imboccare la discesa verso Santa Maria Di Ronzano c’è una sosta inaspettata: un vecchio amico di Pino ci invita a fermarci e degustare il suo vino e il pane con la ventricina. Da qui ammiriamo un panorama magnifico, una catena ininterrotta di monti. La pace assoluta. Una lunga discesa ci porta all’Abbazia di Santa Maria di Ronzano. Immersa nel verde, l’abbazia apparteneva a un complesso monastico benedettino. Si ritiene che la costruzione risalga alla fine del 1100, all’interno il catino absidale contiene meravigliosi affreschi. Si presenta imponente tra i campi nei pressi del borgo di Ronzano di Castel Castagna. Finita la visita, ecco arrivato il pranzo, offerto dal comune di Castel Castagna: pasta asciutta e panini con la porchetta, oltre vari dolci. C’è ancora da camminare però. Intorno le 14.30 ci rimettiamo in moto verso San Gabriele. Camminiamo sulla strada vecchia, molto trafficata. Una sosta nello splendido scenario di San Giovanni ad Insulam. Il paesaggio sembra irlandese, con i ruderi accanto la chiesa. Peccato per la sua chiusura per motivi di sicurezza dopo il terremoto del 2009. Interessante la copertura orizzontale della facciata che, secondo gli storici, potrebbe essere uno dei primi esempi poi imitato in tutto l’Abruzzo nei secoli successivi. La notte incombe e dobbiamo raggiungere San Gabriele entro le quattro e mezzo. Ripartiamo, sempre lungo la strada vecchia e, con buon passo, arriviamo al grande Santuario di San Gabriele, la nostra meta. Qui ci attende Padre Natale, il rettore del santuario che ci dà la benedizione, e Padre Fabri, il responsabile della comunicazione, per la foto di rito. Quattro giorni intensi, emozionanti, difficili da dimenticare.
Il Presidente dell’Associazione Itaca, Mauro Vanni, fa un bilancio: “Lo scorso anno fu più istituzionale, quest’anno abbiamo provato a coinvolgere dal basso le persone. Credo abbia funzionato bene. Sono ancora numeri piccoli ma, gli ospiti che sono venuti da fuori Regione dimostrano quali possono essere le potenzialità di questo evento. Lavoriamo per promuovere il nostro territorio e le sue peculiarità. L’obiettivo per il 2016 è sistemare bene la segnaletica e avere un’edizione primaverile o estiva del cammino, oltre a quella di dicembre, per favorire una più ampia partecipazione”.
Questo l’elenco dei partecipanti (30 in totale).
Hanno camminato quattro giorni: Giuseppe Santone, Mauro Vanni, Graziano Di Crescenzo, Luigi Raggiunti, Daniele Di Giovannantonio, Antonio Iacobone.
Tre giorni per Niels Van Bemmelen, Luca Venanzi, Teresa Maria Rebecchi, Sofia Nardò, Armando Tumulo.
Per due giorni Alessia Tiberi, Davide Di Sabatino, Lina Faga, Donatella Di Giandomenico, Alessia Di Sabatino
Un solo giorno per Marta Santone, Valeria Maggitti, , Giulia Vallese, Serena Prosperini, Andrea D’Anteo, Andrea Marzii, Anna Alleva, Francesca Di Egidio, Fabio Patriarca, Mirco Patriarca, Antonio Tomolati, Marco Vagnozzi, Federica Ruggieri, Valeria Ruggieri.
Si ringraziano i 10 comuni: Morro D’Oro, Notaresco, Castellalto, Canzano, Cellino Attanasio, Cermignano, Penna Sant’Andrea, Basciano, Castel Castagna, Isola del Gran Sasso.
Inoltre un ringraziamento particolare a: Associazione Itaca, Don Giulio di Castelbasso, Prof. Antonio Gumina (custode di San Clemente), l’addetto al trasporto bagagli Luciano Di Giovannantonio, l’addetta stampa Evelina Frisa, l’associazione Antiche Tradizioni (gestore di Villa Felice di Canzano), il Comune di Cermignano e il vicesindaco Silvia D’Arcangelo per l’apertura della torre di Montegualtieri, Albertino Angelozzi per gli arrosticini sotto la torre, Il Circolo anziani di Cellino e la presidente Carla, la Palestra di Cellino, Casa Cassiano (azienda agricola bio di Carla e Oliver), la Cooperativa Floema (per il pranzo al centro visite e la foresteria, le cuoche Leondina e Simona), il Sindaco Severino Serrani di Penna Sant’Andrea, il comune di Castel Castagna per il pranzo e la visita a Santa Maria di Ronzano, i padri passionisti di San Gabriele, il responsabile comunicazione Padre Fabri e il rettore del santuario Padre Natale.
Luca Venanzi

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